LEGGERE IL BOSCO
Il bosco fino a 2.000 anni fa copriva tutta Italia e
costituiva l’unico paesaggio naturale. Da allora molto è cambiato. Il paesaggio
attuale è la testimonianza di come l’uomo, spesso nel corso dei secoli, ha
modificato l’ambiente naturale, trasformando zone paludose in campi da
coltivare, sistemando corsi d’acqua, terrazzando le colline per farvi crescere
la vite, l’ulivo, ecc….
Anche i paesaggi vegetali che vi proponiamo, pur rimanendo una
testimonianza dello “stato naturale”, sono i risultati reali o possibili di una
armonizzazione più o meno raggiunta tra la vegetazione, il suolo, il clima e
l’uomo. La suddivisione, tratta da “Italia Verde” di Valerio Giacomini
(Edagricole) è un utile riferimento per i ragazzi che vogliono progettare un
parco, un giardino o un boschetto.
I grandi paesaggi dell’Italia:
1)
Il paesaggio dell’olivastro e del carrubo: il più
meridionale fra tutti è quello che contrassegna le zone a clima più
caldo-arido, più “nordafricano”;
2)
Il paesaggio del leccio e dell’olivo: il più
tipicamente “mediterraneo”, corrispondente ad un clima caldo meno arido, ma
sempre con nettissima siccità estiva;
3)
Il paesaggio della roverella, cioè
della quercia a foglie caduche più somigliante per esigenza climatiche al
leccio;
4)
Il paesaggio del cerro e del castagno: più
addentrato nelle valli o più alto sulle montagne, corrispondente ad un clima
temperato-fresco;
5)
Il paesaggio del faggio e dell’abete:
schiettamente montano e proprio di climi freschi e sensibilmente umidi per
accentuata piovosità o per localizzazione abituale di nebbie;
6)
Il paesaggio dell’abete rosso e del larice: ormai
quasi esclusivo delle montagne alpine, e proprio di un clima di altitudine meno
umido e più freddo del precedente:
7)
Il paesaggio degli alberi e arbusti contorti:
costituisce una fascia al limite superiore delle foreste segnando il trapasso
al mondo alpino propriamente detto, privo di vegetazione legnosa che non sia
umilissima e di apparenza erbacea.
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