giovedì 2 aprile 2020

L'ombrello "solare" - Laboratorio sperimentale con i genitori



L'ombrello "solare" nasce da un'idea del prof. Giuseppe Dini, presidente raggruppamento Gev (Guardie volontarie ecologiche) provincia di Pesaro e Urbino e Coordinatore WWF a seguito del ritrovamento di una serie di materiali abbandonati da alcuni maleducati durante i campi di specializzazione dell’AGESCI nei settori “Mani abili” e “Amico della natura” per esploratori/guide e da lì nacque l'idea....

Tra gli oggetti trovati c'era un ombrello da uomo senza manico, una piccola graticola, assi e pali residui di costruzioni. 
Schema dell'ombrello "solare"


"L’ombrello da uomo era abbastanza grande (110 cm di diametro), con la parabola piuttosto piatta rispetto a quelli da donna, quindi decisi di far acquistare un rotolo di alluminio da cucina e un barattolo di mastice.
L’impresa che proposi al gruppo di ragazzi che mi erano stati assegnati, era di costruire una parabola solare a riflessione, che ci permettesse di valutare il possibile utilizzo del sole.
Alle ragazze affidai il compito di realizzare gli spicchi di alluminio che avrebbero incollato all’interno dell’ombrello. Con i ragazzi realizzai il supporto. Questo doveva avere la base ampia per garantirne la stabilità, ruotare orizzontalmente ed inclinarsi verticalmente almeno entro una determinata misura.
Basamento



Con gli assi realizzammo una base, nella cui tavola centrale eseguimmo con lo scalpello, un foro. Tagliammo un palo per una lunghezza di 70 cm, e da una parte costruimmo un perno a battuta da infilare nel foro della base. Dall’altra estremità realizzammo, con la sega,  un incavo centrale piuttosto profondo. Su questo doveva passare uno spezzone di tubo metallico lungo 40 cm. Utilizzando il trapano elettrico (avevamo a disposizione l'elettricità)forammo lateralmente sia il supporto che il tubo, incernierandolo mediante una vite a galletto rimediata dalla cassetta della attrezzatura; sulla parte esterna più lunga, del tubo,  che dava verso il basso; con due fisher fissammo dalla parte alta un mattone pieno, che fungeva da contrappeso. 
Perno

Le ragazze nel frattempo avevano finito di incollare i fogli di alluminio all’interno dell’ombrello. Infilammo perciò la sua punta nel tubo; per evitarne la rotazione realizzammo un foro che ci permise di infilare trasversalmente un chiodo  ripiegato.

Una volta orientato al sole, utilizzando del cartoncino nero trovammo il “fuoco della parabola. Lì fissammo la griglia anche questa incernierata, ovviamente tagliando la parte di asta dell'ombrello che era di più.
Particola della Griglia

Una pentola di alluminio degli scout, con due litri di acqua, bollì in circa venti minuti con la soddisfazione di tutti i ragazzi che  collaborarono a questa impresa e destando forte curiosità negli altri che erano impegnati in specializzazioni diverse.
A volte non servono grandi attrezzatura per fare una esperienza accattivante: qualche informazione, credere in quello che si fa e cercare di fare del proprio meglio".

"Guarda come bolle l'acqua"Schema dell'ombrello "solare"


A cura di Giuseppe Dini
www.educambiente.it

mercoledì 1 aprile 2020

ESPERIMENTI CON LE MANI NELL’ACQUA

ESPERIMENTI CON LE MANI NELL’ACQUA: 
immersioni dentro le proprietà chimico-fisiche dell’acqua con giochi facili e belli

Esperimenti proposti nelle scuole per sensibilizzare bambini e ragazzi al valore dell'acqua ora adattati ad effettuarli a casa con materiale facilmente reperibile. (a cura di Ninia Speziale)




 1)      GOCCIA A GOCCIA

MATERIALE: acqua del rubinetto


- Apri il rubinetto e fai scivolare un sottilissimo filo d’acqua e osserva; 
- Ora diminuisci la pressione cercando di assottigliare il filino di acqua fino a farlo gocciolare. 
- Osserva la forma della goccia e scoprirai che la goccia non si stacca subito... prima infatti deve ingrossarsi e solo dopo cadrà per effetto della gravità



2)     ACQUA FERMA EPPUR SI MUOVE

MATERIALE: acqua del rubinetto; stuzzicadenti; lente di ingrandimento (non necessaria)

- Su un piano orizzontale adagia piccole porzioni di acqua, separate le une dalle altre. 
- Osserva a occhio nudo (o, se la trovi a casa, con una lente di ingrandimento). 
Le gocce sembrano ferme ma, osservando con molta attenzione, ti accorgerai che “camminano” e si uniscono in una pozza più grande; 
- Prova ora a velocizzare il cammino dell'acqua spingendo delicatamente con uno stuzzicadenti le macchie d’acqua per facilitare l’incontro!


  3)  ACQUA PIENA EPPUR CI STA
      
       MATERIALE: tavolo o altro appoggio dritto; acqua del rubinetto; bicchiere; siringa (o contagocce, o cucchiaino)
      
 - Riempi con acqua del rubinetto un bicchiere fino all’orlo (per far in modo che l'acqua non esca dal bicchiere cerca di aprire poco il rubinetto) 
- Osserva la forma che assume la superficie libera dell’acqua nel bicchiere pieno. 
- Ora con una siringa (senza ago), o con un contagocce o con un cucchiaino molto piccolo, aggiungi ancora acqua, molto lentamente e facendo attenzione a non toccare il vetro. Lo scopo è arrivare ad avere il bicchiere pieno fino all'orlo. (Per questo motivo serve un piano solido e dritto su cui appoggiare il bicchiere).
 Nel bicchiere pieno osserverai che l’acqua oltrepassa il bordo ma non trabocca nonostante hai aggiunto ancora acqua! 
- Quando il bicchiere è davvero pieno abbassati e osserva da sotto.... scoprirai un magico effetto: sopra l’acqua è visibile una cupola fatta di acqua che si forma oltre l'orlo! 


     4)      ACQUA CHE SI INCOLLA

      MATERIALE: acqua del rubinetto; bicchiere;
- Riempi un bicchiere con acqua del rubinetto e poi svuotalo velocemente.
- Osserva il fenomeno che si presenta: l’acqua assume la forma di tante piccole sfere brillanti incollate al vetro!


Quali proprietà si evidenziano con i 4 giochi d'acqua?

Agitazione molecolare; 
Forze di coesione; 
Forze di adesione; 
Interazione con la forza di gravità; 
Tensione superficiale.

Considerazioni:

Tra le particelle di acqua esiste una forza detta di coesione che le fa stare unite; tra le particelle di acqua e le particelle che compongono il vetro del bicchiere (o di altro materiale che non assorbe) esiste invece una forza detta di adesione

Le particelle di acqua (o in generale di altro materiale) sono animate da un continuo e frenetico movimento detto moto termico.

Nell’acqua le particelle sono animate da due opposte esigenze: le forze di coesione vorrebbero mantenerle unite e vicine e il moto termico le agita e ne determina l’allontanamento.

Atlante mondiale della zuppa di plastica

Legambiente  e Plastic Soup Foundation presentano "L'Atlante mondiale della zuppa di plastica",  libro edito da Edizioni Ambiente che racconta le cause e gli effetti di una delle più grandi emergenze ambientali attraverso studi scientifici, immagini impressionanti e infografiche. Per incoraggiare il lettore a riflettere, ma soprattutto, ad agire, vengono elencate le possibili soluzioni volte a contrastare l'inquinamento ambientale da plastiche, uno dei più gravi problemi ambientali con cui abbiamo mai dovuto confrontarci. Ne è consapevole anche l'80% degli italiani, che teme di trovarsi di fronte a un vero e proprio disastro ambientale. 

"Il marine litter - spiega Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, nella sua prefazione - è un'emergenza ambientale planetaria, la seconda dopo i cambiamenti climatici. L'Atlante mondiale della zuppa di plastica ne fornisce una chiave di lettura divulgativa e approfondita, a cui la nostra associazione ha contribuito con il capitolo sull'Italia....."


Da questo lavoro sono scaturite le leggi italiane che hanno messo al bando i sacchetti per la spesa e i bastoncini per le orecchie non compostabili e le microplastiche nei cosmetici da risciacquo. Norme che sono state copiate in due direttive europee e che dovrebbero essere replicate in tutto il mondo, nei paesi industrializzati, con economie emergenti e in via di sviluppo.
L’impatto del marine litter è testimoniato anche dai dati raccolti in questi anni da Legambiente. Solo nel 2018 i volontari dell’associazione hanno ripulito più di 600 spiagge italiane, rimuovendo un’incredibile mole di rifiuti: 200.000 rifiuti tra tappi e bottiglie, più di 100.000 cotton fioc e circa 62.000 tra piatti, bicchieri, posate e cannucce di plastica. L’ultima indagine Beach Litter di Legambiente ha permesso di registrare una media di 968 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia su 93 spiagge italiane tra aprile e maggio scorso: l’81% di questi è rappresentato dalla plastica. Rifiuti contati e catalogati anche per sfatare un mito: la maggior parte dei rifiuti che giacciono sulle nostre spiagge non sono infatti rifiuti abbandonati direttamente in loco dalle persone. L’inquinamento dei mari ha origine per almeno l’80% sulla terraferma, dall’abbandono consapevole ma anche e soprattutto dalla cattiva gestione dei rifiuti da parte dei comuni e delle società di igiene urbana e dalla cattiva depurazione dei reflui civili.
Nel libro si affronta anche un altro tipo di inquinamento invisibile, ma anche incalcolabile e irreversibile quello delle microplastiche. Goletta dei laghi, di Legambiente, ha dimostrato che in tutti i principali bacini lacustri italiani monitorati sono presenti le microplastiche: lo studio che Legambiente conduce dal 2016 insieme a Enea evidenzia una crescita che arriva fino all’80% della quantità di microplastiche per metro cubo di acqua filtrata, in campioni presi a valle degli impianti di depurazione, rispetto a quelli presi a monte.
I rifiuti in mare hanno impatti negativi anche sulle specie che abitano questo ecosistema: tartarughe, mammiferi e uccelli marini, filtratori, invertebrati o pesci, a livello di individui o di specie. È stato calcolato che dal 1997 al 2012 il numero di specie che ha subito danni a causa dei rifiuti marini è cresciuto del 40%, da 247 a 663. I rifiuti in plastica, in particolare, sono responsabili dell’88% degli eventi registrati e circa il 15% delle specie vittime di aggrovigliamento e ingerimento di rifiuti marini è sulla Red List delle specie minacciate dell’IUCN (International Union For Conservation Of Nature, Unione mondiale per la conservazione della natura).
Nel libro si spiega anche l’importanza delle campagne di informazione e dei bandi che riducono il consumo di plastica come nel caso delle buste per l’asporto merci.
Infine, un focus è dedicato alle possibili soluzioni a partire dalle campagne informative per contrastare l’abbandono consapevole alla corretta gestione dei rifiuti per alimentare le filiere produttive dell’economia circolare. Aiuta anche l’innovazione di prodotto come nel caso delle bioplastiche che, oltre a rappresentare un’alternativa green alla plastica derivante dal petrolio, aiuta la filiera industriale del compostaggio delle materie organiche. Inoltre, anche la plastica spiaggiata può essere riciclata. Lo ha dimostrato la campagna #AllungaLaVita, realizzata da Ippr (Istituto per la promozione delle plastiche da riciclo) e da Federazione Gomma Plastica in collaborazione con Legambiente che ha dato nuova vita ai rifiuti prelevati dalla spiaggia Coccia di Morto di Fiumicino (Roma) e il progetto sperimentale di fishing for litter Arcipelago Pulito – promosso insieme a Unicoop Firenze e Regione Toscana – che ha permesso di riciclare il 20% dei rifiuti portati a galla dai pescatori di Livorno.
N.B. PER LEGGERE IL LIBRO CLICCA QUI:

lunedì 30 marzo 2020

IL CICLO IDROLOGICO



IL CICLO IDROLOGICO

Il ciclo dell'acqua ,conosciuto tecnicamente come ciclo idrologico, consiste nella circolazione dell'acqua all'interno dell'idrosfera terrestre, includendo i cambiamenti di stato fisico dell'acqua tra la fase liquida, solida e gassosa. Il ciclo idrologico si riferisce ai continui scambi di massa idrica tra l'atmosfera, la terra, le acque superficiali, le acque sotterranee e gli organismi. Oltre all'accumulo in varie zone (come gli oceani che sono le più grandi zone di accumulo idrico), i molteplici cicli che compie l'acqua terrestre includono i seguenti processi fisici: evaporazione, condensazione, precipitazione, infiltrazione e ruscellamento.
(da Studio geologico Giuseppe Porzio)

Il ciclo dell'acqua - animazione video



Come fa l'acqua a cadere dal cielo? Come si formano i fiumi? Che cos'è un ciclo idrologico? 

Il ciclo dell'acqua, o ciclo idrogeologico, descrive il flusso di cambiamenti di stato dell'acqua ed è uno dei fenomeni più importanti per la presenza della vita animale e vegetale.
Le molecole dell'acqua si muovono continuamente tra i veri stati all'interno dell'idrosfera (ossia l'insieme di tutte le acque presenti sulla Terra), quindi non esiste un vero punto di partenza per il ciclo idrologico; per facilitarne lo studio tuttavia, di solito si parte dal mare.
DAL MARE ALL'ARIA
L'interruttore che innesca tutto è il Sole, il quale riscalda l'acqua del mare facendone evaporare una parte nell'aria (primo cambiamento di stato: evaporazione). Naturalmente l'evaporazione avviene anche per tutte le acque dolci (laghi e fiumi) e per l'acqua traspirata da piante ed esseri viventi.
Le correnti d'aria sollevano quindi il vapore in alto, nell'atmosfera, dove la temperatura è più bassa ed il vapore si condensa in piccolissime goccioline (secondo cambiamento di stato: condensazione) che poi formano le nuvole. L'acqua così ricade sulla terra.
Le nuvole poi vengono spinte dal vento, scontrandosi le une con le altre e accrescendo la loro massa. Quando i nuvoloni diventano troppo grossi, le goccioline cadono dal cielo sotto forma di pioggia. Se nella zona della precipitazione (cioè la caduta dell'acqua sotto qualsiasi forma; pioggia, grandine, neve ecc...) la temperatura si aggira intorno agli 0°C, l'acqua cade come neve e ad alta quota (sulle montagne) può accumularsi nei ghiacciai (terzo cambiamento di stato: solidificazione).
Questi ghiacciai, quando arriva la primavera, si sciolgono (quarto cambiamento di stato. liquefazione) e l'acqua tornata allo stato liquido fluisce per ruscellamento, o scorrimento, creando i fiumi.
I fiumi incanalano il flusso scorrendo dalle montagne giù fino a valle per poi sfociare nel mare (o in un lago o in altro fiume che poi, comunque finirà in mare).
Non tutto il ruscellamento però scorre in superficie. Parte dell'acqua si infiltra in profondità nel suolo e rifornisce gli acquiferi (rocce saturate con acqua mobile che affiora in sorgenti o estraibile con pozzi o gallerie) che immagazzinano enormi quantità di acqua dolce sotterranea per lunghi periodi di tempo. Tale fenomeno si chiama infiltrazione. Primo o poi però anche quest'acqua "sotterranea" torna in superficie.
Il ciclo ideale si chiude quando l'acqua torna al mare e ricomincia il giro.


Il Duetto "Papageno / Papagena" del Flauto Magico di Mozart rivisitata dal compositore tedesco Volker Pannes con dei protagonisti d'eccezione: bellissimi e coloratissimi passeri, canarini, merli, cinciallegre, pappagalli, struzzi, civette, luì, scriccioli, cicogne, gru, pavoni e molti altri....

Passeggiata virtuale al Parco delle Vigne di Urbino - 14° appuntamento

  Prosegue la nostra passeggiata virtuale al Parco delle Vigne. La protagonista del 14° e ultimo video è una delle più diffuse e carat...